Cos’è la percezione? cos’è la realtà?
Provo a partire da alcune domande per poter capire meglio la situazione che sto per descrivere.
Cos’è la percezione? Cos’è la realtà?
La percezione e la realtà sono due concetti strettamente collegati, ma profondamente diversi. Capire come funzionano è essenziale per comprendere meglio il nostro modo di pensare e prendere decisioni.
In questo articolo esamineremo questi due termini, esplorando come la nostra percezione può spesso distorcere la realtà e portare a errori di giudizio.
Cosa si intende per percezione?
Partiamo con il concetto di percezione. La percezione è il processo con cui le persone interpretano le informazioni che ricevono dai sensi, influenzate da emozioni, esperienze personali e contesto. In altre parole, la percezione è il modo in cui il cervello organizza i dati sensoriali in oggetti, eventi o situazioni dotati di significato. È una sorta di “filtro” attraverso il quale vediamo il mondo.
Cos’è la realtà?
La realtà, invece, si basa (o meglio si dovrebbe basare) su dati oggettivi e fatti misurabili, indipendenti dalle nostre interpretazioni soggettive. A differenza della percezione, la realtà esiste al di fuori della nostra esperienza personale e può essere verificata attraverso prove concrete.
Percezione vs realtà: il sondaggio Ipsos 2023
Un recente sondaggio condotto da Ipsos a fine 2023, pubblicato nel 2024, ha mostrato come spesso la nostra percezione del mondo si discosti dalla realtà oggettiva. Il sondaggio ha coinvolto 10.000 individui provenienti da dieci grandi nazioni: Polonia, USA, Giappone, Argentina, Australia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Turchia e ovviamente Italia.
L’obiettivo principale era quello di analizzare il divario tra percezione e realtà in vari ambiti, come religione, immigrazione e credenze popolari.

Perché la nostra percezione si discosta dalla realtà?
Ma perché la nostra percezione è così spesso lontana dalla realtà? La risposta risiede principalmente nelle euristiche, scorciatoie mentali che ci aiutano a prendere decisioni rapide. Sebbene queste euristiche possano essere utili, tendono a distorcere il modo in cui vediamo il mondo, specialmente quando entrano in gioco le emozioni.
Uno dei maggiori esperti di questo fenomeno è lo psicologo e neuroscienziato John Cacioppo, il quale ha studiato il cosiddetto “bias della negatività“. Le sue ricerche dimostrano che il cervello umano reagisce con maggiore intensità alle informazioni negative rispetto a quelle positive, in particolare attivando l’amigdala, la regione che regola le emozioni. Questo spiega perché tendiamo a ricordare più vividamente gli eventi negativi: il cervello li registra come potenziali minacce, importanti per la sopravvivenza.
Il contributo di Hans Rosling e gli “istinti drammatici”
Un altro studioso che ha approfondito il tema della distorsione percettiva è Hans Rosling, medico svedese e autore del libro “Factfulness“.
E’ proprio all’interno di questo libro che Rosling afferma come una concezione che si basa sui fatti possa aiutarci a capire il mondo, allontanandoci così da visioni iperdrammatiche.
Rosling identifica dieci istinti drammatici da cui prendere le distanze: l’istinto del divario, della negatività, della linea retta, della paura, delle dimensioni, della generalizzazione, del destino, della prospettiva singola, dell’accusa, dell’urgenza.
Istinto del divario: Tendiamo a concentrarci sulle differenze estreme, ignorando la maggior parte della popolazione che si colloca tra i due estremi. Questo ci porta a vedere il mondo come più polarizzato di quanto non sia.
Istinto della negatività: Ci focalizziamo maggiormente sulle notizie negative, ritenendo che le cose stiano peggiorando, anche quando i dati dimostrano miglioramenti globali.
Istinto della linea retta: Pensiamo che le tendenze continuino sempre in modo lineare, ignorando le variazioni o i cambiamenti improvvisi, il che ci porta a fare previsioni errate sul futuro.
Istinto della paura: Le paure più intense vengono amplificate dai media, che tendono a dare maggiore attenzione agli eventi allarmanti, anche se statisticamente rari. Questo ci porta a sovrastimare i pericoli reali.
Istinto delle dimensioni: Esageriamo o sottovalutiamo l’importanza di singoli numeri o dati, spesso senza metterli in prospettiva con altri dati rilevanti.
Istinto della generalizzazione: Tiriamo conclusioni basate su poche informazioni o stereotipi, il che ci porta a fare errori nel comprendere culture o gruppi diversi.
Istinto del destino: Pensiamo che il destino o la cultura di un popolo determini il loro futuro in modo immutabile, sottovalutando la capacità di cambiamento e sviluppo.
Istinto della prospettiva singola: Riteniamo che un singolo fattore o una singola soluzione possa risolvere problemi complessi, trascurando la molteplicità di fattori in gioco.
Istinto dell’accusa: Tendiamo a cercare un colpevole per i problemi, piuttosto che analizzare le cause sistemiche o multifattoriali che possono contribuire a una determinata situazione.
Istinto dell’urgenza: Siamo portati a pensare che dobbiamo agire immediatamente su ogni problema, senza prendere il tempo necessario per valutare con calma i dati o le soluzioni più efficaci.
Rosling ha lavorato per sfatare queste false convinzioni attraverso dati oggettivi e statistiche che dimostrano come, in molti settori, il mondo stia migliorando. Comprendere e correggere queste percezioni errate, secondo lui, è essenziale per prendere decisioni più informate, sia a livello personale che politico.
Esempi concreti di divario tra percezione e realtà
Il sondaggio Ipsos 2023 ha evidenziato alcune interessanti discrepanze tra percezione e realtà su diversi argomenti:
- Religione. Domanda posta: “Su 100 persone del tuo paese quante pensi siano musulmane?”. Considerando l’Italia emerge la convinzione che il 19% sia musulmana, ma in realtà la percentuale è pari soltanto al 4,8%. In Germania invece abbiamo un percepito del 28% vs un dato reale del 5,5%.
- Immigrazione. Domanda posta: “Quale percentuale della popolazione del tuo paese pensi sia rappresentata dagli immigrati (cioè da persone nate in un altro paese)? Anche qui notiamo un netto divario tra il reale e il percepito: Italia 21% percepito ma 11% reale. Stati Uniti 33% percepito vs un 15% reale.
Credenze popolari
Oltre a questi dati è interessante soffermarsi anche sulle credenze e sulle risposte alla domanda “Credi personalmente in stregoneria, fantasmi, chiaroveggenza?”
Come osserva Ipsos: “Tra tutti i Paesi esaminati, l’Italia rientra tra quelli che mostrano dei bassi livelli di credenza, infatti, il 24% afferma di credere nei fantasmi, il 17% nella stregoneria e il 16% nella chiaroveggenza” .
Se prendiamo ad esempio gli Stati Uniti vediamo che i valori mutano, infatti il 37% crede nella stregoneria, il 53% fantasmi e il 39% nella chiaroveggenza.
Come allineare percezione e realtà?
Correggere le percezioni errate richiede consapevolezza e un approccio basato su dati oggettivi. Informarsi attraverso fonti affidabili e imparare a riconoscere i propri pregiudizi cognitivi sono passi fondamentali per avvicinarsi a una visione più equilibrata e realistica del mondo.
Fonti:
- https://www.ipsos.com/it-it/percezioni-corrispondono-realta
- https://www.ipsos.com/sites/default/files/ct/news/documents/2023-12/ipsos-perils-perception-prejudice-conspiracy-theories-december-2023.pdf
- https://www.ted.com/talks/hans_and_ola_rosling_how_not_to_be_ignorant_about_the_world?subtitle=en&lng=it&geo=it